Imprese, quali trend globali per il 2025?
Se il 2024 è stato l'anno delle tensioni geopolitiche e della corsa all'intelligenza artificiale, per le imprese il 2025 si conferma altrettanto sfidante sia per il proseguo dell'incertezza a livello internazionale, alimentata dalla nuova presidenza Trump e dal rischio dazi, sia per via dell'Ai che raggiungerà un nuovo grado di maturità. Mentre ci si aspetta che la crescita globale mantenga un ritmo stabile, con un valore annuale del 2,8% fino al 2026, ci sono ancora elementi di rilievo regionale ed economico che le imprese dovranno considerare all’interno della loro pianificazione. Con 4 trend economici chiave che potrebbero impattare sulle attività delle aziende.
Il primo è la corsa dei prezzi. Posto che si prevede un'inflazione intorno al 2% entro la metà del 2025 nell'eurozona, questo permetterà alle banche centrali di abbassare i tassi di interesse, di ridurre così i costi aziendali e aumentare le opportunità di investimento dalla tecnologia alle soluzioni green. Nell'area dell'Euro la ripresa dei redditi reali delle famiglie, la tenuta del mercato del lavoro e la riduzione del costo del denaro continueranno a trainare la crescita che resterà comunque moderata e che non sarà omogenea tra gli stati. In molti Paesi, ed è il caso dell'Italia, il potere d'acquisto della popolazione non è ancora pienamente rientrato nei livelli pre-pandemia.
Il secondo fattore, come evidenziato dagli analisti Ocse, è rappresentato dagli Stati Uniti che guidano la crescita globale in frizione con la Cina. Un contesto che spingerà le imprese a ridisegnare non solo le strategie globali, ma anche le strategie regionali per adattarsi. Con l'aumento dei dazi e una maggiore chiusura degli Stati Uniti, le aziende dovranno prepararsi a una possibile riduzione dei canali dell'export. L’eventuale protezionismo degli Stati Uniti e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente minacciano infatti il commercio globale: diversificare le catene di approvvigionamento potrà contribuire a mitigare i rischi. Per le aziende ci sono poi le sfide sul fronte della sostenibilità economica. Le insolvenze aziendali sono infatti in aumento, con una crescita attesa dell’11% nel 2024 e di un 2% aggiuntivo nel 2025 specialmente nei settori retail ed energetico, evidenziando la necessità di una gestione del rischio accorta e una buona pianificazione del flusso di cassa.
Da ultimo un'opportunità di crescita è rappresentata dai mercati interni. Più precisamente dall'eventualità che la fiducia dei consumatori possa riprendersi in modo più duraturo, stimolando un'ulteriore crescita dei consumi privati. Si legge nel report Ocse sulle prospettive di crescita: «l'attuale ripresa dei redditi reali potrebbe fungere da catalizzatore, unitamente al relativo miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie, che potrebbe produrre effetti sorprendentemente positivi e ampi sul sentiment. Uno scenario del genere potrebbe anche indurre un calo dei tassi di risparmio delle famiglie, in quanto quelle più ottimiste potrebbero avere la tendenza ad attingere ulteriormente ai risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia». Il che aprirebbe nuovi spazi nelle economie nazionali per le imprese.
Su Fortune peraltro, Ketil Gjerstad e Johann Harnoss di BCG hanno dettagliato la classifica delle aziende con il maggior potenziale di crescita sostenibile e adattabilità al nuovo contesto. “L'economia globale nel 2024 è stato il mix di due forze: l'ottimismo innescato dal calo dei tassi di interesse e l'incertezza causata dai disordini geopolitici”, scrivono sottolineando come le più resilienti siano risultate e risulteranno le aziende tecnologiche. Con i fornitori di software e Ai che rappresentano oltre la metà delle società Future 50.