Legge di bilancio, taglio del cuneo fiscale e aiuti alle famiglie (ma resta il rebus coperture)
Conto alla rovescia per la manovra 2025. La sfida per l’esecutivo resta il nodo coperture con circa 10 miliardi mancanti per confermare e sostenere alcune misure chiave come quelle per il sostegno alla natalità. Gli obiettivi dichiarati sono gli incentivi alla natalità e il risparmio sui 105 miliardi che ogni anno vengono impiegati per le 625 agevolazioni fiscali in vigore.
Secondo indiscrezioni di stampa è allo studio un tetto alle detrazioni fiscali, differenziato in base al reddito e al numero dei figli a carico, che mira a un controllo ferreo della spesa. L’intenzione del Mef è introdurre un «cap» alle detrazioni complessive per i contribuenti che decresce in funzione del reddito. Si potrebbe trattare di un importo fisso o di una percentuale variabile. Il meccanismo è semplice: più figli si hanno, maggiori le detrazioni.
Tra le misure che l’esecutivo intende confermare c’è il taglio del cuneo fiscale considerato indispensabile dalla maggioranza per alimentare la crescita e i consumi interni. Forza Italia punta anche al calo dell’Irpef e all’aumento delle pensioni minime con la soglia dei 1000 euro al mese (oggi è circa 700), che resta il target a fine legislatura.
Non mancano le polemiche con i leader di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pier Paolo Bombardieri che lamentano la mancata convocazione ai tavoli soprattutto sul fronte pensioni. Dice Landini: «C’è un problema non solo di metodo, ma di sostanza perché finora questo governo non ha mai voluto contrattare, discutere e rispondere alle nostre richieste». «Ci aspettiamo che il governo convochi le parti sociali e le organizzazioni sindacali - ha ribadito Sbarra. In queste settimane stiamo sollecitando l’attivazione di un tavolo di confronto». «Il confronto con il governo deve ancora cominciare. Avevamo previsto, quando siamo scesi in piazza - ha aggiunto Bombardieri - che questa manovra avrebbe dovuto recuperare 24 miliardi. Le nostre richieste, le piattaforme unitarie che chiedevano interventi sui salari, sulla detassazione degli aumenti contrattuali, sulle pensioni, sulla sanità, sul fisco, sono rimaste sul tavolo».