Transizione 5.0: come funzioneranno gli incentivi?
Tutto pronto per Transizione 5.0. L'agevolazione introdotta dal D.l 19/2024 mira a sostenere le imprese nel percorso verso la transizione digitale ed energetica e in questi giorni il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è in attesa del via libera da parte della Commissione Europea. Più nel dettaglio, l'agevolazione è riconosciuta per i nuovi investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, destinati a strutture produttive situate in Italia, che rientrino in progetti di innovazione dai quali derivi una riduzione dei consumi energetici. Il credito di imposta non è cumulabile con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno e con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali e immateriali 4.0.
«Parliamo di crediti fiscali - aveva spiegato il ministro Adolfo Urso presentando la misura - che possono giungere al 45% negli anni 2024-2025». Per il ministro, sia come ammontare che come crediti fiscali, si supererà il Piano industria 4.0. La cornice normativa del piano Transizione 5.0 garantisce circa 13 miliardi di euro di crediti d’imposta a fronte del raggiungimento di obiettivi di efficientamento energetico. Le aziende restano quindi in attesa. Secondo il recente Osservatorio MECSPE, anche se la maggior parte (49%) non ha ancora deciso, oltre 3 imprenditori su 10 prevedono di richiedere gli incentivi 5.0 sulla scia di quanto ottenuto grazie agli incentivi 4.0, che hanno permesso a quasi il 40% degli imprenditori di sviluppare progetti altrimenti irrealizzabili. L'84% degli imprenditori si dichiara, in ogni caso, pronto a intraprendere il percorso di transizione sostenibile tramite la digitalizzazione dei propri processi aziendali.
Ma chi può accedere alle agevolazioni? Possono beneficiare del credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le "stabili organizzazioni di soggetti non residenti" indipendentemente da forma giuridica, settore economico, dimensioni e regime contabile adottato. Escluse invece le società in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa o concordato. Per accedere al credito di imposta sono poi richiesti specifici adempimenti e obiettivi sul fronte del risparmio energetico: una riduzione dei consumi energetici pari almeno al 3% a livello di unità produttiva localizzata sul territorio nazionale oppure del 5% a livello di processo produttivo interessato dall’investimento.