Premi di produzione e welfare, su cosa puntano oggi le aziende
Crescono i premi aziendali concessi ai dipendenti. I contratti che prevedono premi di produttività depositati e attivi presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sono cresciuti del 30,7% in un anno. Secondo il monitoraggio del Ministero del Lavoro al 15 gennaio 2024 ne risultavano 9.421, contro i 7.206 presenti alla stessa data del 2023, a beneficio di 2.907.405 lavoratori. La crescita interessa tanto i contratti aziendali (+19,7%) quanto quelli territoriali, passati da 613 a 1.529 (+149,4%) in un anno. Tra i 9.421 contratti attivi, 7.446 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 5.777 di redditività, 4.752 di qualità, mentre 1.023 prevedono un piano di partecipazione e 5.758 prevedono misure di welfare aziendale.
Il valore annuo medio del premio è pari a 1.470,56 euro per lavoratore beneficiario. Ad aumentare è soprattutto il premio di produttività: nei contratti aziendali si è passati da 1.617 euro (2020) a 1.661 euro (2021), a 1.644 euro (2022) per attestarsi a 1.692 euro nel 2023. Cresce poi la platea che oscilla, come ricorda il Sole 24 Ore citando dati Uil, in un range compreso fra 2,3 milioni (2020) e 2,7 milioni (2023). In aumento anche le soluzioni di welfare presenti in oltre il 23% delle clausole contrattuali approvate.
Un boom che si spiega anche guardando alle agevolazioni per le aziende. La legge di Bilancio ha confermato la riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività dal 10% al 5%, introdotta nella manovra precedente. Tanto che i sindacati si aspettano aumenti anche per il 2024.