Intelligenza artificiale, in 10 anni sostituiti 3,8 milioni di posti di lavoro: cosa aspettarsi
L'era dell'intelligenza artificiale è già iniziata con il mondo del lavoro che subisce i primi grandi cambiamenti coinvolgendo tutti i settori, dalle libere professioni alla robotica, dalla sanità alla manifattura. A mappare l'andamento e la pervasività dell'Ai è l'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano che evidenzia in una ricerca dedicata come il mercato sia in forte crescita in Italia tanto da valere 760 milioni di euro nel 2023, un +52% rispetto al 2022, quando aveva già segnato un'impennata del 32% rispetto all’anno precedente.
I tecnologi spiegano da tempo che l'obiettivo dell'Ai è essere un supporto piuttosto che un sostituto del lavoratore. Da qui a 10 anni però si stima che potenzialmente le macchine potranno svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia. «Nel valutare il reale impatto sul lavoro, però, bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, prospettano un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti entro il 2033 - ha affermato Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. In questa prospettiva, la possibile automazione di 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti appare quasi una necessità per ribilanciare un enorme problema che si sta creando, più che un rischio. Tuttavia, soltanto prestando attenzione alle nuove esigenze dei lavoratori, alla formazione e ad un’equa redistribuzione dei benefici, la società riuscirà a trarre valore dallo sviluppo dell’AI».
Cosa ne pensano gli italiani? Quasi tutti hanno sentito parlare di Intelligenza Artificiale e più di 1 italiano su 4 (29%) ne ha una conoscenza medio-alta. Si segnala però una certa confusione sul tema. 3 italiani su 4 hanno sentito parlare di ChatGPT ma solo il 57% conosce il termine “Intelligenza Artificiale Generativa”. In più per il 77% (+4 punti percentuali rispetto al 2022) l’osservatorio rileva un certo timore rispetto a questa tecnologia, soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro. Anche per questo motivo il 17% è fermamente contrario all’ingresso dell’AI nelle attività professionali.