Global minimum tax, al via dal 2024: cosa cambia per l’Italia
Con l’inizio del 2024, entra in vigore l’aliquota minima del 15% per le multinazionali con fatturato oltre 750 milioni di dollari. L'accordo sulla Global minimum tax (Gmt) stipulato nel 2021 interessa 139 Paesi – gli stati membri dell'Ue ma alcuni paesi del G20 – e punta a contrastare il cosiddetto dumping fiscale. Un fenomeno che ha spinto molte aziende a trasferire la propria residenza fiscale in paesi con regimi fiscali più convenienti. La nuova tassa, ridotta rispetto alla proposta iniziale di un'aliquota al 21%, andrà ad impattare in modo importante sui colossi e sulle big tech: da Microsoft a Google e Amazon.
I primi Paesi che hanno introdotto la Gmt a partire da gennaio 2024 sono i 27 stati dell’Unione Europea, il Regno Unito, la Norvegia, l’Australia, la Corea del Sud, il Giappone e il Canada. In futuro la adotteranno anche Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svizzera e Barbados, che in precedenza avevano un’aliquota d’imposta sulle società del 5,5%. Mancano poi all'appello Stati Uniti e Cina. Un'applicazione su scala globale potrebbe portare a un aumento del gettito fiscale mondiale di 220 miliardi di dollari, come riportato dal Financial Times.
Come detto la Global minimum tax è operativa dall’1 gennaio 2024 anche in Italia ma i suoi effetti saranno ridotti posta la presenza massiccia di pmi nel nostro Paese. Parliamo di aziende che non arrivano a fatturati oltre i 750 milioni di dollari. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si aspetta al 2026 un beneficio per l’Erario di circa due miliardi ma secondo l'’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che cita dati del dossier del Servizio Bilancio dello Stato della Camera, l'Erario incasserà significativamente meno. Si stima che nel 2025 la Gmt possa valere per le casse italiane 381,3 milioni di euro, nel 2026 il gettito dovrebbe salire a 427,9 e nel 2027 raggiungere i 432,5.