Backshoring di fornitura, cos’è e perchè interessa le aziende italiane ora
Volatilità, incertezza, crisi, guerra. Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, dalla pandemia all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (fino alla nuova guerra a Gaza), crescono le aziende in cerca di punti fermi soprattutto per quanto riguarda le forniture. Secondo uno studio di Unioncamere-Centro Studi Tagliacarne, viste le fragilità dell'interdipendenza tra le economie, crescono le organizzazioni che scelgono il reshoring non tanto per la produzione ma per la selezione dei fornitori. In particolare gli esperti parlano di backshoring di fornitura in riferimento alla scelta di puntare su fornitori connazionali.
Se circa il 75% di chi ha risposto all’indagine dice di aver acquistato forniture totalmente o parzialmente da imprese estere, il 21% di queste tra il 2016 e il 2020 ha effettuato un backshoring totale o parziale di fornitura. La quota di imprese intervistate dal Centro studi che dichiarano un aumento dei fornitori italiani oscilla tra il 15% (se si tratta di locali, presenti nella stessa regione) e il 20% (al di fuori della Regione).
Lo certifica anche il Wef. Nel prossimo triennio il World Economic Forum prevede dei cambiamenti nella struttura delle catene di fornitura, che spingeranno verso un loro accorciamento. Secondo un’indagine dell’Economist poi, su 3 mila senior executive a livello mondiale, nel 2022 è aumentata la quota di coloro che ha dichiarato di adottare, come strategia primaria, il nearshoring ovvero la rilocalizzazione delle proprie forniture a favore di fornitori in paesi geograficamente più vicini (dal 12% del 2021 al 20% del 2022). In parallelo c’è un incremento anche a livello globale nella percentuale di chi opta per il backshoring (dal 5% al 15%).
In questo contesto si innesta anche l'intervento del governo italiano che intende lanciare alcune agevolazioni fiscali per le imprese che tornano. Oggi in Consiglio dei ministri si discute il Documento programmatico di bilancio (Dpb) e un decreto legislativo legato all’attuazione della delega fiscale che impatterà sul mondo delle aziende. Il decreto dovrebbe contenere una “norma reshoring” per le aziende che riporteranno la produzione in Italia. Si valuta un dimezzamento dell’ imponibile Irpef-Ires con possibile esenzione Irap fino a cinque anni. Nel pacchetto fiscale si tratterrà anche la riforma dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società.