Oggi però come ricorda Ferruccio de Bortoli sul Corriere se l’inflazione è troppo alta in Europa e in Italia «è anche perché le imprese hanno alzato i prezzi con l’aumento delle materie prime, però poi si sono dimenticate di ridurli o almeno di interrompere il ciclo dei rincari quando il costo del gas, del petrolio, del grano o del rame sono scesi». Un’inchiesta di Le Monde, a cura di Philippe Escande, parla di una «rivincita» silenziosa degli industriali sui consumatori. Al netto delle possibili speculazioni, che la Bce ha ritenuto plausibili, però è anche vero che la dinamica di aggiustamento dei prezzi richiede tempo.
Per l'Italia sugli extraprofitti da inflazione è arrivata la risposta del Centro studi degli industriali nel suo rapporto trimestrale. «La dinamica dei profitti unitari in Italia è stata molto diversa. La crescita totale è molto più bassa che nell'Eurozona: pari al 3,5% rispetto al 2021. I settori che hanno registrato aumenti significativi sono l'energetico-estrattivo e il commercio (+8%). Al contrario, in Italia hanno subito una flessione dei profitti unitari sia i servizi (-2,6%) che le costruzioni (-3,8%) e la manifattura ha visto un forte calo (-8,1% in media nel 2022), e questo nonostante il recupero nell'ultimo trimestre», annotano gli economisti di viale dell'Astronomia. Per l'Eurozona nel 2022 invece si vede un aumento dei profitti unitari (in media dell'8,1%) «con un boom per il commercio (19,4%), le costruzioni (17,6%) e i settori energetici-estrattivi (43,4%). Nella manifattura i profitti sono cresciuti del 10,3%, restano invece stabili i servizi».