Borsa, aziende familiari al top per quotazioni (ma c’è chi lascia Piazza Affari)
Un anno di delisting in Borsa ma positivo per le pmi italiane a guida familiare. Il 2022 non sarà certo ricordato come un anno di crescita sui mercati. La contrazione del volume delle Ipo, del resto, è il risultato dell'effetto combinato di fattori macroeconomici, sociali e geopolitici. Si pensi che in Europa le nuove quotazioni sono crollate dell'80% rispetto al 2021.
Se si guarda pero al mercato italiano ci sono alcune luci tra le ombre. Su Euronext Growth Milan, ad esempio, i volumi di emissioni e offerte sono risultati in linea con l'anno precedente: 967 milioni nel 2022 vs 966 milioni nel 2021, secondo i dati dell'Osservatorio sui Mercati dei Capitali di Equita e Università Bocconi. Se si allarga lo sguardo però dal 2020 alla prima metà del 2022, si vede anche che le imprese familiari hanno rappresentato la netta maggioranza (88,5%) delle quotazioni avvenute alla Borsa di Milano nel segmento Euronext Growth. Un segnale della vitalità del comparto che si vede anche nello storico. Nel 2021 le familiari avevano già registrato un rimbalzo dei ricavi pari al 27,3% (dati Osservatorio Aub) e nel 2022 il Roe è tornato ai livelli pre-crisi del 2019.
Certo, in molti hanno lasciato o stanno lasciando Piazza Affari. Nel 2022 ci sono stati delisting per 40 miliardi e nuove quotazioni per soli 1,5 miliardi. Anche il numero di operazioni è risultato in diminuzione, da 29 nel 2021 a 13 nel 2022 (-55%). Importante è stato il peso degli aumenti di capitale (3,6 miliardi), pari al 63% dei volumi complessivi, mentre le ipo hanno raccolto solo 0,6 miliardi. Tra gli addii illustri annunciati o già realizzati nomi come Exor, Tod's, Atlantia e Autogrill.