Recessione, perché 2 economisti su 3 a Davos pensano che ci sarà
«Le prospettive di crescita globale rimangono anemiche e il rischio di recessione globale è elevato». Questo in sintesi, il quadro dell'economia globale secondo il Chief economists outlook del World Economic Forum di Davos, pubblicato in occasione della 53esima edizione appena conclusa. Un’edizione che ha visto tornare in presenza 2700 leader da tutto il mondo, tra capi di Stato (52), ministri (379), ceo d'azienda (600) ed economisti. Il meeting è stato, come da tradizione, l'occasione per parlare dei rischi per l'economia tra tensioni geopolitiche e crisi energetica.
Nel sondaggio a cui partecipano centinaia di esperti emergono prospettive fosche per l'economia globale: quasi 1 intervistato su 5 considera estremamente probabile una recessione globale nel 2023, più del doppio rispetto al precedente sondaggio del settembre 2022. Nel dettaglio, il 18% degli economisti intervistati ritiene una recessione globale nel 2023 «estremamente probabile» e secondo il 45% «probabile».
Scrive Ira Kalish, chief global economist di Deloitte: «L'economia globale rallenterà considerevolmente nel 2023 con una recessione da moderata a profonda in Europa». Si prevede invece un rallentamento modesto negli Stati Uniti e una crescita lenta in Cina. E l’Italia? Nel 2023 la crescita sarà debole per via dell'inflazione e della crisi energetica. La corsa dei prezzi rallenterà invece in Nord America rapidamente mentre in Europa calerà lentamente. Si stima possa essere intorno al 4% al 2024. Per le imprese si prospetta quindi una “triplice sfida” nel 2023: affrontare i prezzi elevati delle materie prime, l'inasprimento della politica monetaria e l'indebolimento della domanda.