Cos’è il fintech e quali vantaggi offre alle imprese
Nuove tecnologie come big data, intelligenza artificiale, machine learning, cloud e distributed ledger technology stanno rivoluzionando (anche) il mondo della finanza.
Se fino a poco tempo fa l’unico modo per le imprese di ottenere un finanziamento era quello di recarsi fisicamente in banca e osservare la procedura prevista, prima di ottenere o meno il prestito richiesto, l’esplosione del fenomeno “fintech”[1] ha stravolto questo scenario: la digitalizzazione ha, infatti, consentito ai privati di chiedere prestiti e finanziamenti tramite delle piattaforme digitali on line, in tempi più rapidi e secondo modalità più flessibili rispetto a quella tradizionale, permettendo, altresì, di raggiungere una base di richiedenti notevolmente più ampia.
Forse è, però, sotto il piano soggettivo che l'effetto disruptive del fintech si è manifestato: accanto ai tradizionali intermediari bancari e finanziari, sono, infatti, nate start-up innovative che prestano servizi finanziari digitali ed altre imprese che forniscono supporto tecnologico nell’offerta di servizi finanziari (technology providers e ICT companies), accrescendo, così, la concorrenza e spingendo, per l’effetto, gli operatori tradizionali verso l'innovazione.
L'impiego delle nuove tecnologie ha comportato, poi, una disintermediazione finanziaria: da un lato, la consulenza automatizzata ha reso superfluo l'intervento umano; d’altra parte, le piattaforme P2P (peer-to-peer) lendine, così come quelle di crowdfunding, hanno consentito ai finanziatori/investitori di entrare direttamente in contatto con i soggetti richiedenti il prestito.
In particolare, il P2P (peer-to-peer) lendine - che secondo la definizione fornita da Banca d’Italia è “uno strumento attraverso il quale una pluralità di soggetti può richiedere a una pluralità di potenziali finanziatori, tramite piattaforme on-line, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto”[2] - sembra offrire vantaggi sia a chi vuole investire i propri risparmi prestandoli a privati, grazie all’ottenimento di rendimenti più interessanti rispetto ad altre forme di investimento, sia a coloro che richiedono un prestito, in termini di rapidità dei tempi di erogazione delle risorse e di minori interessi passivi applicati.
Nell’ipotesi, poi, di marketplace lendine (in breve “MPL”) è la piattaforma stessa ad offrirsi quale punto di incontro stabile ed organizzato per i diversi interessi di domanda ed offerta di finanziamento: all’esito di un processo di candidatura online, utile a garantire una minima pre-selezione delle richieste di prestito, le MPL consentono agli investitori - al giudizio dei quali le MPL si affidano - di vagliare direttamente i mutuatari.
Relativamente al finanziamento delle imprese, in specie delle P.M.I. con difficoltà di accesso al canale bancario, un particolare segmento del P2P lendine è rappresentato, infine, dall’invoice trading, funzionale alla realizzazione di contratti non di mutuo, bensì di finanziamento del capitale circolante mediante cessione e sconto di fatture commerciali, anche individualmente (a differenza di quanto avviene nel factoring tradizionale, nel quale i crediti vengono di regola ceduti in massa).
La diffusione delle nuove tecnologie ha, più in generale, apportato benefici ed opportunità all’intero settore finanziario: oltre ad un complessivo miglioramento della qualità e della velocità dei servizi, si sono registrati un abbattimento dei costi e, grazie ad una riduzione del financial advice gap che caratterizza il mercato mobiliare, una maggiore inclusività. Non mancano, allo stesso tempo, aspetti problematici legati all’innovazione digitale del settore, tra i quali la scarsa trasparenza sul funzionamento degli strumenti di consulenza automatizzata, così come pure sulla profilatura dei richiedenti. Né si possono trascurare i rischi derivanti da eventuali malfunzionamenti della piattaforma, dovuti tanto ad errori come a manipolazioni degli algoritmi utilizzati, anche in termini di possibili violazioni dei dati personali degli utenti.
[1] Pur mancando una definizione universalmente accettata, il fintech è stato definito dal Consiglio per la stabilità finanziaria come «A technology-enabled innovation in financial services that could result innew business models, applicati/ons, processes or products with an associated material effect onthe provision of financial services».
[2] Delibera 584/2016, sez. IX