La Tassonomia UE delle attività ecosostenibili. Come orientare l’azienda verso la sostenibilità d’impresa.
L’accordo di Parigi nel 2015 e l’Agenda 2030 Onu, con i quali sono stati individuati rispettivamente i nuovi obiettivi per fronteggiare il cambiamento climatico e i 17 target di sviluppo sostenibile da perseguire nel lungo periodo, hanno spinto l’Unione Europea nel definire una strategia incentrata sulla Finanza sostenibile e sull’obiettivo di riorientare i flussi di capitale verso attività economiche ecosostenibili. Nell’ambito di questa strategia ha acquisito un ruolo centrale l’esigenza di identificare un sistema di classificazione delle attività economiche considerate ecosostenibili, al fine di poter fornire uno strumento in grado di determinare, secondo criteri oggettivi, se un’attività aziendale o un investimento soddisfa parametri di sostenibilità ambientale e sociale. Tale esigenza è stata declinata dal Regolamento UE 2020/285, c.d. Regolamento Tassonomia, il quale ha definito questi criteri e ha fornito un’importante punto di riferimento per tutti gli operatori economici finanziari e non finanziari.
Il Regolamento Tassonomia introduce un quadro chiaro sui requisiti affinché un’attività economica sia considerata ecosostenibile, e si rivolge alle attività di impresa di ogni dimensione che intraprendono un percorso di sostenibilità e agli investitori finanziari che vogliano impiegare capitali su attività ecosostenibili. In particolare, un’attività è considerata ecosostenibile quando soddisfa in modo congiunto quattro requisiti:
- quando contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento di uno o più obiettivi ambientali, così come disciplinato dagli articoli 10-16 del medesimo Regolamento, con riferimento alla riduzione dell’inquinamento, all’uso sostenibile delle acque, all’economia circolare e al riciclaggio dei rifiuti;
- quando non arreca un danno significativo a nessuno degli obiettivi ambientali, in linea al principio DNSH – Do No Significant Harm – così come disciplinato dall’art. 17 del medesimo Regolamento, in relazione all’impatto ambientale dell’attività economica e dei prodotti e servizi forniti durante il loro intero ciclo di vita;
- quando l’attività è svolta nel rispetto delle garanzie minime di salvaguardia, in conformità ai Principi Guida ONU su imprese e diritti umani e alle Linee Guida OCSE destinate alle multinazionali, così come disciplinato dall’art. 18 del medesimo Regolamento. In questo modo, la Tassonomia attribuisce alla definizione di “ecosostenibilità” anche una dimensione sociale e dispone che l’attività economica sia svolta nel rispetto dei criteri minimi di protezione dei diritti umani e del lavoro declinati dagli standard internazionali di riferimento.
- quando l’attività rispetta i criteri di vaglio tecnico adottati dalla Commissione Europea, che specificano in concreto come i requisiti di cui sopra devono essere soddisfatti dal punto di vista tecnico-ambientale. In particolare, i criteri di vaglio tecnico, introdotti con apposito Regolamento delegato UE 2021/2139, sono stati individuati in relazione alle attività economiche sono considerate strumentali al raggiungimento degli obiettivi della Tassonomia. Questi criteri assumono la forma di un valore limite, di una prescrizione minima di natura quantitativa oppure di un insieme di prescrizioni qualitative, che sono fornite in relazione alle specifiche attività strumentali elencate. Un esempio è la determinazione delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita dei prodotti, sul quale il Regolamento delegato rinvia ai metodi di calcolo definiti nell’ambito del Carbon FootPrint (ISO 14067).
Le disposizioni contenute nel Regolamento Tassonomia hanno un fortissimo riflesso sulle informazioni che devono essere riportate nelle Dichiarazioni Non Finanziarie, sia da parte delle imprese finanziarie (banche, imprese di investimento, imprese di assicurazione e riassicurazione ect) sia da parte delle imprese non finanziarie. Ponendo l’attenzione sulle aziende di natura industriale, ricomprese nella categorie delle imprese non finanziarie, l’art. 8 del medesimo Regolamento dispone che i soggetti obbligati alla redazione della DNF, così come anche i soggetti che decidono di redigerla in forma volontaria, devono includere nella rendicontazione tutte le informazioni di natura quantitativa e qualitativa su come l’attività d’impresa rispetta i requisiti di ecosostenibilità, in coerenza con la Tassonomia, in relazione a tre indicatori: la quota di fatturato relativi a prodotti e servizi associati ad attività ecosostenibili; la quota di spese in conto capitale relativa ad attivi o processi associati ad attività ecosostenibili (Capex); la quota di spese operative relative ad attivi o processi associati ad attività economiche ecosostenibili (Opex). Si evidenzia, quindi, l’importanza di implementare un sistema di controllo di gestione ecosostenibile, con l’individuazione e il monitoraggio di specifici KPI, in modo da poter reperire in tempo reale tutte le informazioni di natura ambientale e sociale al fine di soddisfare l’aderenza alle disposizioni della Tassonomia e poterle comunicare nella DNF. E’ altresì importante che tale sistema sia integrato con il sistema di controllo di gestione contabile, così da ottenere un raccordo tra informazioni ambientali e sociali e informazioni di natura economico finanziaria.
Il processo logico di definizione dei KPI è quello di identificare innanzitutto le singole attività economiche dell’azienda, suddividendole tra: attività allineate, attività ammissibili e attività non ammissibili. In particolare, rientrano tra le attività allineate quelle che sono considerate ammissibili in base alle indicazioni indicate nel Regolamento Tassonomia in merito agli obiettivi ambientali e sociali e che, contestualmente, rispettano i criteri di vaglio tecnico indicati nel Regolamento delegato. Una volta esaminate le linee di business e verificata l’aderenza alla Tassonomia e agli atti delegati, il processo di rendicontazione ecosostenibile coinvolge i KPI per attività economica in maniera autonoma. Per quanto possa sembrare arduo, sono fornite linee guida sulle modalità di calcolo delle quote di fatturato, delle quote Capex e delle quote Opex riconducibili alle attività ecosostenibili, anche nel caso in cui ci siano delle componenti di costi e ricavi “a cavallo” tra attività ammissibili e non ammissibili grazie ad opportuni criteri di disaggregazione. Il valore aggiunto di queste indicazioni è rappresentato dal fatto che un’attività di impresa di piccole, medie e grandi dimensioni sia messa nelle condizioni di poter determinare in maniera oggettiva la propria posizione economica sotto il profilo della sostenibilità, poterla comunicare in apposite reportistiche periodiche e poter ottenere vantaggi e benefici di natura fiscale e finanziaria riconosciuti dal PNNR e dal sistema bancario.
S CO A – ESG ITALIA