Google obbliga i dipendenti a vaccinarsi: il dibattito in Italia
Green pass, vaccini e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ora che il governo ha reso obbligatorio il green pass - il certificato verde che attesta vaccinazione, tampone negativo o guarigione da Covid-19 - anche per i docenti, si riaccende il dibattito sull'obbligo vaccinale in ambito professionale e in particolar modo in azienda. Su questo fronte diverse società stanno prendendo iniziative importanti. Pochi giorni fa Google, ad esempio, ha comunicato di aver scelto di posticipare il ritorno in ufficio per la maggior parte dei suoi dipendenti a metà ottobre richiedendo però come condizione per il rientro la vaccinazione. In un'email inviata a più di 130mila dipendenti, il ceo Sundar Pichai ha spiegato che «vaccinarsi è uno dei modi più importanti per salvaguardare noi stessi e mantenere le nostre comunità in salute». L'azienda punta quindi a riportare la maggior parte dei lavoratori in ufficio dal 18 ottobre, invece che dal 1 settembre.
A far discutere anche la decisione della Cnn. La società ha licenziato tre dipendenti entrati nel quartier generale dell’emittente a New York pur non essendo vaccinati contro il Covid-19. «La settimana scorsa siamo stati informati della presenza in sede di tre dipendenti non immunizzati», si legge in un documento interno fatto circolare tra i dipendenti citato dal Los Angeles Times. «Tutti e tre i lavoratori sono stati sollevati dai loro incarichi. Lasciatemi essere chiaro. Abbiamo una politica della tolleranza zero su questo. Dovete essere vaccinati per entrare in ufficio. E dovete essere vaccinati per poter lavorare sul campo, con altri dipendenti, anche se non entrate in sede», ha avvertito l’amministratore delegato Jeff Zucker. La Cnn aveva autorizzato i dipendenti immunizzati a rientrare al lavoro su base volontaria basandosi sulle loro dichiarazioni, senza però richiedere la certificazione dell’avvenuta vaccinazione.
E in Italia? Confindustria a luglio aveva avanzato la proposta di rendere obbligatorio il green pass, non per forza la vaccinazione quindi, per l’accesso in azienda. Il tema è stato al centro dell’incontro del 2 agosto, tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e le sigle sindacali che non si sono dette contrarie all'uso del certificato verde. Al momento l’obbligo non è esteso alle aziende private ma è certo che un eventuale norma in merito porterà a non pochi contenziosi sul luogo di lavoro. È ciò che sta accadendo per la categoria degli operatori sanitari, per cui è stato introdotto l’obbligo vaccinale, e che vede diversi no vax fare ricorso contro il datore di lavoro. A giugno il giudice del lavoro di Modena ha respinto il ricorso di alcune dipendenti di una cooperativa di servizi, impiegate in una struttura per anziani, che si erano viste sospendere dal lavoro per il loro rifiuto di vaccinarsi contro il coronavirus. Se questo vale per le strutture sanitarie va detto che il fondamento del ragionamento del giudice è l’articolo 2087 del codice civile, che fa ricadere sull’imprenditore la tutela della salute nei luoghi di lavoro. Responsabilità che non è diversa in azienda e anche per questo il governo dovrà trattare il tema del green pass in fabbrica o ufficio con molta delicatezza.