La crisi COVID-19? Per le aziende non è peggiore di quella 2008
Maggiore liquidità e minori debiti. Così le aziende italiane sono arrivate 'preparate' alla crisi economica legata a Covid-19. Tanto da non considerarla peggiore di quella del 2008. A inquadrare l'ottimismo, seppur cauto, del paese che produce è l'ultimo studio di Mediobanca che mette a confronto la crisi petrolifera del 1974, il crack Lehman del 2008 e l'attuale crisi da coronavirus.
Nel dettaglio lo studio considera 2120 società italiane con più di 500 dipendenti che rappresentano circa la metà del fatturato industriale e manifatturiero del Paese e analizza i diversi impatti delle tre crisi. Nel 1975 le maggiori aziende italiane avevano perso il 2,1% di fatturato, nel 2009 il 14,7%, per il 2020 il crollo dei ricavi sarà inferiore al 10%. Come ricordano i ricercatori di Mediobanca ai tempi dello shock petrolifero "gli assetti proprietari erano più spostati verso il pubblico e i debiti finanziari erano pari al 293,1% del capitale netto" mentre quando è arrivata la crisi subprime il rapporto era pari al 90%. A fine 2019 invece si posizionava all’80%.
Se le disponibilità liquide erano a zero nel 1974, 38,7 miliardi di euro nominali nel 2008, alla fine dell’anno scorso le maggiori aziende si trovano in cassa disponibilità per 72,2 miliardi. Tutti elementi che hanno concorso a una pronta reazione alle difficoltà legate alla pandemia. Il 2020 si potrebbe così attestare come un anno migliore rispetto al 2009 nonostante le difficoltà. In conclusione Mediobanca per quanto riguarda il 2021, in assenza di peggioramenti del quadro pandemico, prospetta una ripresa del fatturato manifatturiero del 5,9% e del 7,5% per l’industria.