Lavoro, a che punto è il piano europeo SURE
Da giorni in Italia ha ripreso vigore il dibattito su SURE, il programma dell’Unione Europea per tutelare il lavoro di milioni di persone nel Vecchio Continente. La Commissione europea ha infatti presentato a fine agosto una serie di proposte al Consiglio per l'attivazione di un sostegno finanziario per ben 15 Paesi, tra cui l'Italia. Sul piatto 81,4 miliardi di euro di aiuti stanziati sotto forma di prestiti con interessi agevolati. Nel dettaglio la Commissione contrarrà «prestiti sui mercati finanziari per finanziare quelli agli Stati membri, che saranno poi concessi a condizioni favorevoli: gli Stati beneficerebbero del buon rating di credito dell'UE e di bassi costi di finanziamento».
Per l'Italia sono previsti 27,4 miliardi di euro, la quota più alta. La Commissione propone inoltre al Consiglio di approvare l'erogazione di un sostegno finanziario ai Paesi in misura diversa come descritto nella tabella ufficiale:
«Dobbiamo - ha detto Ursula von der Leyen - fare tutto ciò che è in nostro potere per preservare i posti di lavoro e i mezzi di sussistenza. SURE è un chiaro simbolo di solidarietà dinanzi a una crisi senza precedenti».
L'impegno a livello comunitario è stato accolto con favore dal governo del nostro Paese. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri ha sottolineato che «grazie a questo finanziamento, realizzato attraverso l'emissione di titoli comuni europei, il risparmio per le casse dello Stato nell'arco dei 15 anni di maturità può essere stimato in oltre 5 miliardi e mezzo di euro. È l'Europa della solidarietà e del lavoro che prende forma».
Ma come verranno spesi questi 27,4 miliardi? L’idea è aiutare gli Stati membri ad affrontare «gli aumenti repentini della spesa pubblica per il mantenimento dell'occupazione». Tra le principali misure che potranno essere sostenute da questi aiuti troviamo quindi la Cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti, le indennità per i lavoratori autonomi, i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e quelli intermittenti, oltre al fondo per il congedo parentale, i voucher babysitter e le misure per i lavoratori disabili. Il prossimo step è quindi l’approvazione del Consiglio Ue delle proposte per la concessione dell'assistenza finanziaria. Solo così sarà possibile scaricare a terra le risorse assegnate e salvare più posti di lavoro possibile.