Riapertura, plexiglass e distanze: come cambiano fabbriche, uffici e negozi
Tra plexiglass e distanziamento sociale, inizia la Fase 3 dell’emergenza coronavirus. Da oggi, 18 maggio, oltre alle aziende anche gli esercizi commerciali devono adattarsi all'organizzazione anti-contagio dello spazio di lavoro. Come stabilito dal "Protocollo per il contrasto e il contenimento del Covid-19 negli ambienti di lavoro” la prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo garantendo adeguati livelli di protezione. Pena la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Tra le linee guida del governo, valide anche per i prossimi mesi, è stato inserito l’obbligo per i datori di informare sui rischi di contagio dipendenti e collaboratori: dalla fabbrica all’ufficio devono essere ben visibili le regole da rispettare. Spazio quindi a cartelli illustrativi e poster appesi ai muri. È poi previsto l’obbligo per i lavoratori di restare a casa se si ha febbre oltre i 37,5 gradi, di informare l’azienda nel caso si manifestino sintomi di influenza; di mantenere la distanza sociale di un metro e di lavare le mani di frequente. Il personale poi «potrà essere sottoposto al controllo della temperatura al momento di entrare al lavoro».
Gestione degli spazi di lavoro
Gli spazi di uffici e fabbriche sono stati rimodulati nell’ottica del distanziamento sociale. Per gli ambienti dove operano più persone la soluzione da protocollo è il riposizionamento delle postazioni di lavoro che devono essere distanziate tra loro e separate da barriere come i pannelli in plexiglass. Le imprese sono poi responsabili in questi giorni della pulizia giornaliera e della sanificazione periodica dei locali e degli strumenti di lavoro: macchinari, tastiere, schermi touch, mouse. L’accesso agli spazi comuni come mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack, deve essere «contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi».
Il caso lombardo
In Lombardia è stata emanata una specifica ordinanza per gli spazi lavorativi. Il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha firmato una nuova ordinanza che prevede alcune prescrizioni «più restrittive di quelle statali», che saranno valide dal 18 al 31 maggio. Tra queste la necessità di «sottoporre il personale, prima dell'accesso al luogo di lavoro, al controllo della temperatura corporea». Se la temperatura è superiore ai 37,5 gradi, non sarà consentito l'accesso o la permanenza nei luoghi di lavoro. Nel testo si legge: «È fortemente raccomandato di rilevare la temperatura dei clienti/utenti, prima dell'accesso in negozio».
Le aziende
Va detto però che alcune aziende si erano già mosse per tempo. Brembo, ha puntato sui test sierologici. In questi giorni l’azienda del bergamasco sta sottoponendo 300 dipendenti, il 10% della forza lavoro dei suoi sette stabilimenti in provincia di Bergamo, a specifici test per il contenimento del coronavirus e dei suoi effetti. Il progetto vede la collaborazione dell’Istituto Mario Negri e mira alla validazione di un test sierologico rapido.Tra i colossi Pirelli ha programmato dal 4 maggio un rapporto di collaborazione con l’Ospedale Sacco di Milano. L’obiettivo è «verificare, secondo criteri di tipo scientifico, la coerenza delle proprie procedure operative adottate e a definire un protocollo sanitario con esami di screening sierologico rivolti, a scopo preventivo, al proprio personale», ha spiegato la società. Mentre ManpowerGroup dall’inizio dell’emergenza ha affidato la gestione degli oltre duemila dipendenti a un Comitato di crisi interno. Un’organizzazione fondamentale per coordinare anche le fasi di riapertura delle sedi sul territorio. Tre le regole: non solo smartworking, turnazione dei dipendenti per mantenere il distanziamento sociale e potenziamento dei servizi digitali.