L’allarme dell’FMI: «Il mondo è in recessione, Italia compresa»
L'economia mondiale sta accusando il colpo. La direttrice del Fondo monetario internazionale (FMI), Kristalina Georgieva, pochi giorni fa ha definito la crisi economica causata dall'epidemia di Coronavirus «senza precedenti e di gran lunga peggiore di quella della Grande Depressione». Secondo le ultime elaborazioni dell’organizzazione internazionale, sul nostro Paese pesa una forte incertezza e l’Italia potrebbe pagare il prezzo più alto nella crisi provocata dal coronavirus con un Pil che quest’anno potrebbe crollare a -9,1% per poi registrare un limitato rimbalzo nel 2021 a +4,8%. No va meglio al resto dei paesi del mondo: l’economia mondiale è infatti entrata in recessione, con una contrazione stimata del 3% per l’anno in corso. «Solo tre mesi fa ci attendevamo una crescita del reddito pro capite in oltre 160 dei nostri paesi membri nel 2020. Oggi quel numero si è capovolto: prevediamo che più di 170 paesi sperimenteranno una crescita negativa», ha detto Georgieva in conferenza stampa.
Posta la straordinarietà della crisi, l’FMI sta lavorando con la Banca Mondiale e altre istituzioni finanziarie internazionali per attutire i danni economici dell'epidemia. Un'emergenza che ha portato al contagio di più di 1 milione e mezzo di persone in quasi tutti i paesi del mondo causando oltre 90 mila decessi. «Per superare questa pandemia - si legge sul blog del FMI - abbiamo bisogno di uno sforzo globale e coordinato di politica sanitaria ed economica. In collaborazione con altri partner, stiamo facendo tutto il possibile per garantire che sia disponibile un rapido sostegno ai Paesi colpiti attraverso finanziamenti di emergenza, consulenza politica e assistenza tecnica». Il Fmi vanta risorse per 1.000 miliardi di dollari, ha chiarito Georgieva sottolineando che «siamo determinati ad utilizzarne la maggior parte possibile». La direttrice ha anche esortato i governi a usare i fondi per pagare medici, infermieri e operatori sanitari.
Ad oggi più di 90 paesi hanno richiesto assistenza: tra questi c'è anche l’Italia paralizzata dal crollo dei consumi per via del lock down. Tanto che anche l’Istat parla di scenario preoccupante specialmente sul fronte della domanda interna se si deciderà per l’estensione delle misure restrittive anche ai mesi di maggio e giugno. In quel caso la riduzione dei consumi sarebbe del 9,9%, con una contrazione complessiva del valore aggiunto pari al 4,5%. La limitazione delle attività produttive fino alla fine di aprile determinerebbe invece, su base annua, «una riduzione dei consumi finali pari al 4,1%». La decisione al governo.