Un italiano su 4 non sa leggere la busta paga
Italiani rimandati a settembre in lettura della busta paga. Non solo siamo ultimi tra i Paesi Ocse per competenze finanziarie ma addirittura tra chi ha un lavoro fisso solo un dipendente su 4 è in grado di leggere la propria busta paga. A dirlo è una ricerca realizzata da Adp, multinazionale che opera nello human capital management, dal titolo “Workforce View in Europe 2019”. L’indagine, che ha preso in considerazione oltre 10.000 dipendenti in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Regno Unito, ha mappato le difficoltà dei lavoratori nel leggere i dati riferiti al proprio stipendio.
La ricerca si è concentrata sulle differenze tra i Paesi analizzando anche la situazione in Italia. Attraverso un sondaggio che ha coinvolto 1400 lavoratori italiani è stato possibile mettere a fuoco le diverse criticità. E i dati sono preoccupanti. Tra le varie domande una in particolare ha sollevato la perplessità dei ricercatori. È stato infatti chiesto agli italiani: capiresti se nella tua busta paga ci fosse un errore? Il 73% ha risposto sì (il 76% degli uomini e il 70% delle donne), ma colpisce quel 27% che non ne è per niente sicuro. Secondo il 12% dei nostri connazionali poi il problema è anche l’organizzazione delle informazioni nel documento ritenute troppo confusionarie. C’è poi un 15% di lavoratori che dice addirittura di non leggere nemmeno la busta paga.
Colpa da una parte della sovrapposizione storica di provvedimenti, leggi e norme a cui si aggiungono “frequenti cambiamenti nelle prassi operative e un complesso sistema contributivo-fiscale, in parte basato su criteri nazionali e in parte articolato su più livelli territoriali e settoriali”, fanno sapere da Adp. Va anche detto che la maggior parte dei contratti di lavoro si basa su schemi di riferimento nazionali (CCNL). Il problema è che attualmente in Italia i CCNL sono oltre duecento, con un periodo di validità di quattro o cinque anni. Ogni modifica comporta modifiche alla busta paga.
Esiste però anche un problema culturale che interessa le giovani generazioni. A curarsi meno della busta paga sono infatti i lavoratori under 25, spesso poco preparati anche quando si tratta di leggere un contratto di lavoro. Analizzando le diverse fasce d’età, emerge che i meno attenti alla busta paga di fine mese sono i giovani dai 16 ai 24 anni. In questa fascia è il 27% ad affermare di non capire bene il proprio cedolino, ma ben il 19% conferma che è così perché proprio non la legge. I più attenti sono invece gli over 55 dove, tra loro solo il 13% sostiene di non leggerla. Tanto che una delle strategie poste in essere in azienda è il confronto tra senior e junior anche quando si parla di competenze fiscali.