In Italia perse 60 mila imprese in 10 anni, i consigli per reagire alle crisi
Complice la crisi, tra il 2009 e il 2018 si sono 'perse' per strada 60.966 imprese italiane. A dirlo è il Rapporto Inps che osserva l'andamento delle imprese nel settore non agricolo. Nell’anno 2018 si contavano infatti 1.655.982 aziende contro le 1.716.948 del 2009. La buona notizia? Il 2018 ha visto una diminuzione del numero di fallimenti delle imprese rispetto all’anno precedente, sebbene il calo non sia stato uniforme in tutti i settori: se nel comparto industriale le aziende fallite sono diminuite dell’8,1%, nel ramo edile la percentuale scende solo del 2,3%. Secondo i dati Icribis, nel terzo trimestre 2019 la situazione è migliorata: le aziende ad aver dichiarato fallimento sono state 2.328, il 18,2% in meno rispetto al trimestre precedente. L'anno peggiore resta quindi il 2014: l’anno con più imprese fallite nel settore “commercio” (4643), “industriale” (3.343) ed “edilizia” (3.343). Il fallimento resta però un rischio per migliaia di piccole attività del Bel Paese.
Ma come affrontare una crisi e rilanciare l'attività? Il primo passo secondo gli esperti di Forbes è aumentare la flessibilità dell’organizzazione in modo da resistere agli urti e trovare le risorse necessarie per finanziare le azioni che vanno dall’identificazione del problema alla sua soluzione. L'ideale è programmare la propria attività sviluppando non un solo piano ma molteplici. La strategia ruota quindi intorno all'avere un piano B, C o D. Il secondo step, oltre a mantenere aperte diverse opzioni, è rinnovare le proprie strategie e raggiungere una crescita sostenibile nel lungo termine. Per arrivarci può essere necessario investire in nuovi motori di crescita, l'e-commerce in primis e il digitale, facendo leva sulla capacità di fornire risposte certe ai bisogni della propria clientela.