Conte Bis, quali novità in programma per le imprese?
Tra i 29 punti del programma del neonato governo giallorosso si contano alcune novità per le imprese. In primo luogo viene promessa la transizione del sistema industriale verso la piena sostenibilità mentre su Industria 4.0 sono state definite le politiche relative a export, turismo e agricoltura. Rispetto alla politica industriale, il programma apre sottolineando i punti deboli del sistema industriale del Paese. Come si legge nel testo le sfide sono la bassa crescita e la scarsa produttività. Tanto che il governo punta a «una nuova stagione di sviluppo che faccia dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile il suo punto di forza».
Senza dimenticare le Pmi. «Nel Sistema Italia la produzione di massa incontra la capacità di personalizzazione del prodotto, e la presenza delle Pmi in settori come artigianato, design, manifattura consente flessibilità nei processi e adesione alle richieste del mercato». L’Italia deve quindi puntare alla sfida «dell’innovazione connessa a una convincente transizione in chiave ambientale del sistema industriale, allo sviluppo verde per creare lavoro di qualità, alla piena attuazione dell’economia circolare, alla sfida della quarta rivoluzione industriale». Ovvero: digitalizzazione, robotizzazione e intelligenza artificiale.
Svolta green e avanti su Industria 4.0
Il Governo intende realizzare un Green New Deal che passi attraverso l'innovazione. Previsto quindi il rafforzamento del piano nazionale su Industria 4.0 definito come «una strada tracciata da implementare». In cantiere anche un potenziamento degli interventi in favore delle piccole e medie imprese. Anche per questo il Governo sta lavorando a «un piano strutturale per il Sud» che sarà parte integrante del Patto con l’Europa presentato dal premier Conte a Bruxelles. Ci sono poi i nuovi capitoli su turismo, export e agricoltura. Nello specifico il turismo è un settore che vale più del 10 per cento del PIL, e per questo «si rende necessaria una seria revisione della governance pubblica, accompagnata da misure concrete a sostegno delle imprese che realizzano ospitalità, con particolare attenzione all’accessibilità».
Per il nuovo governo sarà poi fondamentale stimolare l'export valorizzando il Made in Italy e «potenziando le attività di consulenza e di supporto finanziario e assicurativo in favore degli esportatori, anche attraverso l’individuazione di un adeguato modello di condivisione dei rischi tra Sace e Mef». L’obiettivo più generale è quello di «accompagnare e sostenere gli imprenditori italiani che operano all’estero, elaborando alcune proposte che mirino a introdurre anche da noi le best practice in materia, ricavate dall’analisi comparativa con altri ordinamenti giuridici». Infine, lo sviluppo della filiera agricola e biologica e delle buone pratiche agronomiche: in primo luogo il sostegno alle aziende agricole giovanili e aiuti all'agricoltura di precisione oltre al rafforzamento delle regole comunitarie per l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti.
Tutte misure pensate per agevolare l'attività delle piccole e medie imprese d'Italia e contribuire alla crescita del Pil nazionale. In definitiva il programma - chiamato come sempre alla prova dei fatti - parrebbe rappresentare un segnale che va nella direzione di un importante riconoscimento del ruolo cruciale dei 'piccoli' nell'economia del Paese.