Consegna del testimone nella staffetta generazionale: il patto di famiglia
Stipulare un contratto con i propri familiari per disciplinare il passaggio generazionale della “governance” dell’azienda di famiglia, quando tutti i componenti sono ancora “in vita” e direttamente coinvolti nella gestione dell’impresa, non appartiene al “costume” imprenditoriale dell’azienda familiare o PMI italiana…
…e probabilmente la percezione comune è quella di considerare la finalità riprovevole o quantomeno discutibile.
Nell’affrontare il tema del “Patto di famiglia” occorre invece considerare che il passaggio generazionale è spesso occasione di incertezza e di crisi per la stabilità e – talvolta – della continuità dell’impresa, a causa dell’innescarsi di logiche interne alla famiglia e non solo.
Come noto a tutti l’Azienda familiare Italiana è tipicamente costituita da un “Padre Imprenditore” al vertice della piramide gestionale e da alcuni familiari, oltre al coniuge, a vario titolo coinvolti nell’attività dell’impresa.
Se a questa impostazione, per così dire “classica”, sommiamo il verificarsi di fenomeni sociali nuovi ed attuali, ma piuttosto comuni, quali le famiglie allargate o le famiglie di fatto, si comprende come l’impresa possa restare soggetta a continue rivendiche e minacce, al momento della “consegna del testimone” nel passaggio generazionale.
Uno strumento di indubbio valore, per fronteggiare il verificarsi di una delle eventualità sopra descritte, è rappresentato dal “Patto di Famiglia”.
Il Patto di Famiglia è un contratto “solenne” con effetti immediati, capace di produrre attribuzioni definitive ed inattacabili al quale partecipano, oltre all’imprenditore, tutti i soggetti che sarebbero coinvolti nella successione dell’imprenditore stesso in caso di morte.
Con il Patto di Famiglia è possibile trasferire il “bene” azienda, mediante una sorta di donazione, ad uno solo, od a più eredi dell’imprenditore, ma non necessariamente a tutti gli aventi diritto, come richiederebbe la legge in assenza di un tale accordo. E’ dunque possibile operare una scelta meritocratica o anche semplicemente “pratica”, rispetto al singolo nucleo “familiare imprenditoriale”.
Il Patto di Famiglia ovviamente non preclude i diritti degli eredi non assegnatari dell’azienda e parifica, in termini economici e giuridici, le singole situazioni soggettive sulla base di accordi soddisfacenti, chiari e sottoscritti da tutti.
Proviamo ad immaginare la seguente circostanza.
La famiglia Bianchi, di origine bolognese, possiede un’azienda denominata “la Fabbrica della Pelle” attiva da oltre cinquant’anni nel settore manufatturiero che produce articoli in pelle. Il Sig. Luca Bianchi, capo famiglia, ha tre figli, di cui Arianna e Federico, nati dal matrimonio con la Sig.ra Enrica, ed una figlia di nome Camilla nata da una precedente relazione del Sig. Bianchi.
In questo contesto familiare, Camilla è una stilista e disegna per l’azienda di famiglia gli articoli in pelle. Arianna è laureata in economia e svolge un ruolo gestionale all’interno della stessa. Federico vive negli Stati Uniti da anni, dove lavora come regista per una famosa casa di produzione cinematografica.
Enrica infine, insegnante della scuola dell’infanzia, vorrebbe godersi la pensione insieme a suo marito Luca.
Nel quadro, di pura fantasia, prospettato, in caso di morte del Sig. Bianchi, tutti i familiari, Arianna, Federico e Camilla, ed ovviamente la Sig.ra Enrica, subentrerebbero nella proprietà delle quote sociali, in quanto eredi, e di conseguenza nella gestione, seppure formale, della stessa, con evidenti difficolta organizzative per tutti, da fronteggiare all’indomani di una vicenda affettiva complicata e dolorosa.
Con la sottoscrizione di un Patto di Famiglia verosimilmente, Federico e la Sig.ra Enrica potrebbero optare per la rinuncia alle quote sociali de ‘La Fabbrica della Pelle”, in cambio, Federico, della proprietà della casa di campagna e la Sig.ra Enrica dell’abitazione familiare.
Infine non del tutto secondario appare il vantaggio fiscale riconosciuto dalle legge a favore del Figlio, o dei Figli, Beneficiari dell’Azienda di Famiglia i quali non saranno soggetti al pagamento delle imposte di donazione, successione ipotecaria e catastale, sempre che l’Azienda sia gestita dai Beneficiari per un periodo di tempo non inferiore a cinque anni.
Grazie al Patto di Famiglia verrebbe assicurato il ricambio generazionale, affidando l’Azienda alle due figlie effettivamente ad oggi coinvolte nella gestione, su basi il più possibile eque e condivise, e salvaguardando così anche gli equilibri all’interno della famiglia. Il Sig. Bianchi potrebbe godersi la pensione con la moglie sapendo di aver fatto del suo meglio per mantenere intatto nel tempo il valore della sua azienda familiare.